Il fissaidee
1. L’atomo: preistoria e storia antica
Nona tappa
“Come è fatto un atomo? Da cosa è costituito?” Dal punto di vista strettamente etimologico questa domanda è insensata: saprai già che “atomo” deriva da un termine greco che significa essenzialmente “indivisibile”. Pertanto, qualcosa che si chiama “indivisibile” non può essere “fatto” da altro che da sé stesso! Beh, in effetti questa è stata l’idea per più di due millenni, dai tempi di Democrito & Co. (V-IV sec a.C.) fino a meno di due secoli fa. Ancora ai tempi di Newton l’atomo era considerato come una sorta di rigida sferetta, piccolissima e indistruttibile. La visione comincia a cambiare (e a cambiare rapidamente) da metà Ottocento, allorché cominciano ad accumularsi una serie di risultati sperimentali che progressivamente portano a formulare l’ipotesi che la carica elettrica (già ben nota) fosse costituita da “granelli” discreti, portando infine alla scoperta di quello che oggi chiamiamo elettrone. Questa scoperta, come quasi tutte, fu in realtà un’impresa collettiva, ma non v’è dubbio che la “ciliegina sulla torta” fu ad opera del fisico britannico J.J. Thomson, che a fine Ottocento insieme ad altri suoi colleghi condusse alcuni esperimenti fondamentali, al punto da essere considerati la scoperta “ufficiale” dell’elettrone.
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