Il fissaidee
5. L’atomo: storia contemporanea
Una prima soluzione alle problematiche presentate dal modello atomico di Rutherford fu proposta dal fisico danese Niels Bohr nel 1913. Il modello di Bohr, che ebbe un grandioso successo nello spiegare gli spettri di emissione e assorbimento degli atomi, si basava su alcuni postulati che, in quanto tali, venivano assunti senza possibilità di spiegarli riconducendoli a qualcosa di più fondamentale. Solo nei due decenni successivi, con lo sviluppo della meccanica quantistica, i postulati di Bohr hanno trovato una “spiegazione” e attualmente possiamo considerarli come un’ottima approssimazione – nel caso di atomi semplici – di una teoria molto più complessa.
Orbene, le assunzioni fatte da Bohr – in particolare per l’atomo più semplice possibile, l’idrogeno – sono le seguenti:
- L’elettrone percorre traiettorie circolari intorno al protone (nucleo) grazie alla forza centripeta costituita dall’interazione coulombiana;
- Tra tutte le orbite possibili secondo la meccanica classica, ne esistono alcune sulle quali l’elettrone non irraggia radiazione elettromagnetica, e quindi il moto orbitale su tali orbite è stabile;
- L’elettrone può “saltare” tra le orbite stabili: a tali salti corrispondono le specifiche lunghezze della radiazione osservate negli spettri atomici.