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Il Syllabus ― dal latino “lista, elenco” ― è la sintesi, il programma, la presentazione introduttiva, dei temi che un corso universitario (o un articolo, o un saggio: in questo caso si definisce anche “sommario”) intende svolgere.

Nella tradizione anglosassone, si riscontra in effetti in senso accademico un uso molto diffuso del termine e della prassi che esso denota: illustrare ― nel primo incontro con nuovi studenti ― quale argomento e con quale metodo verrà approfondito da una serie collegata di lezioni, eventualmente anche provando a giustificare la scelta di un particolare “taglio”, ossia della prospettiva scelta per esse dal docente (o dall’autore del saggio, o dal conferenziere, a seconda dei casi). 

Da noi, il termine ha un significato di accentuata restaurazione contro il modernismo: si chiamò infatti in questo modo il documento nel quale Pio IX elencava i maggiori errori dottrinali di chi voleva ammodernare la tradizione risalente del cattolicesimo, che egli invece difendeva. 

Diritto e Letteratura è (più che una “materia” in sensi classico), un modo di guardare al diritto, sottolineandone i più ampi nessi col complesso delle “scienze umanistiche” e ponendo dunque l’accento sul fatto che il diritto è sì una tecnica, attraverso la quale le regole giuridiche risolvono, mediante appositi procedimenti, i conflitti tra i soggetti di un ordinamento giuridico (o di più fra essi) sull’allocazione dei beni della vita, ma che è al tempo stesso una problematica. Nessuna tecnica giuridica è infatti fruttuosamente applicata, se chi la impiega non dispone di una filosofia, o più modestamente di una visione, del diritto. Di più: se un tecnico ritiene di poterne fare a meno, questo significa solo che in realtà accetta acriticamente la visione del diritto dominante, in un certo momento storico, nel particolare ambiente in cui vive e opera. Per formarsi una visione del diritto, letteratura, cinema e altre arti in genere sono fondamentali. La tradizione “umanistica” del diritto è stata viva in Italia, fino alla reazione tecnico-formale (sia del diritto pubblico, sia di quello civile). Insterilitasi perciò da noi tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, è stata ripresa negli Stati Uniti e da qui è riattecchita in Europa e anche in Italia, all’insegna della comune “rivolta contro il formalismo”. 

Le lezioni introduttive del corso cercano di spiegarne i motivi. Ulteriori materiali di lettura sono offerti nella pagina web di Unina del docente.

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Nella seconda parte - anche con l’ausilio di altri colleghi, a ciò invitati - si tratterà il tema “Epidemie e diritto delle emergenze”, a partire da Sofocle (Antigone), Tucidide (la peste di Atene), Boccaccio (la peste di Firenze), Manzoni (la peste di Milano), Camus (la peste di Orano), Saramago (Cecità): da questi scrittori si ricaveranno stimoli e suggestioni per trattare dei modelli comparati del “diritto delle emergenze”.

Sono infine da lei autorizzato a comunicare che la studentessa Cristina Gagliotta affiancherà il corso, come amministratrice di un gruppo di suoi colleghi interessati, all’uopo aperto su Facebook. Qui si potrà intrecciare sui temi del corso un dialogo interattivo – anche in chat ― tra i docenti e gli studenti. Chi lo desiderasse è dunque pregato di contattarla.

Buon lavoro e forza: usciremo anche da questo guaio.



Area: Università
Ente: Università degli studi di Napoli Federico II
Lingua: it_IT
Lis: No
Vecchia edizione: No
Livello Corso: Beginner

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