Il modello definitivo (per ora!) che abbiamo dell’atomo, ormai da quasi un secolo, è stato sviluppato nel quadro della meccanica quantistica. Quest’ultima è una teoria che ha dimostrato un enorme potere predittivo nei confronti di una vastissima gamma di fenomeni microscopici, e che pertanto è ampiamente consolidata e accettata. Naturalmente, la storia e la filosofia della scienza ci hanno preparato a non stupirci se prima o poi emergeranno dei risultati sperimentali che metteranno in crisi anche la meccanica quantistica!
La fisica classica ci ha abituati a individuare chiaramente due classi ben distinte di enti fisici e di fenomeni:
Orbene, una peculiarità della descrizione quantistica del mondo microscopico consiste nel fatto che si perde la distinzione netta tra i due tipi di comportamento citati (particellare o ondulatorio) specialmente nei fenomeni che avvengono a scala spaziale e di energia tipici dei fenomeni atomici. In questi casi, avviene che gli enti che classicamente eravamo abituati a considerare come particelle (ad esempio gli elettroni) finiscono col manifestare comportamenti tipicamente ondulatori. Viceversa, fenomeni che in fisica classica sono indiscutibilmente ondulatori (ad esempio le onde elettromagnetiche) danno luogo a fenomeni che si possono spiegare (e bene!) solo assumendo che tali onde in alcune circostanze si comportano come se fossero particelle. Per far riferimento a questa natura un po’ “ambigua” (o forse meglio “ambi-valente”) del mondo microscopico, i fisici hanno coniato la denominazione dualismo onda-corpuscolo.