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14. La radioattività e il mondo subatomico /1

La scoperta a fine Ottocento del fenomeno della radioattività segna in pratica la nascita della fisica nucleare, il cui “primo vagito” può essere ragionevolmente datato 1896, allorché il fisico francese Henri Becquerel scopre la radioattività naturale dei composti dell’uranio. Naturalmente all’epoca non si aveva idea del fatto che questo fenomeno avesse origine dal nucleo atomico, semplicemente perché l’esistenza di questo ultimo non era nota (l’esperimento di Rutherford, che abbiamo illustrato in precedenza, è del 1911). Peraltro, Rutherford e collaboratori, oltre ad avanzare l’ipotesi che la massa e la carica positiva dell’atomo fossero concentrate in un volume ridottissimo rispetto alle dimensioni atomiche, mediante una serie di ulteriori esperimenti studiarono i diversi tipi di radiazioni emanate, giungendo a classificarle in tre tipologie (alfa, beta, gamma), distinte in base alla carica elettrica e alla capacità di penetrazione nella materia. È da segnalare, inoltre, che gli esperimenti condotti in questo periodo di inizio secolo portarono a individuare un nuovo tipo di forza, denominata forza nucleare (successivamente si rese necessario aggiungere l’aggettivo forte), dal comportamento completamente diverso da quelle sino ad allora note (elettromagnetica e gravitazionale). Tale forza si mostrava dominante sulle altre a distanze minori o uguali di circa \( 10^{-14} \, m \), mentre a distanze maggiori “crollava” improvvisamente.

La scoperta del nucleo e della sua struttura si intreccia strettamente con l’evoluzione delle conoscenze sulla costituzione dell’atomo, come si può facilmente comprendere confrontando le date e le scoperte riguardanti quest’ultimo con le principali tappe dello sviluppo della fisica nucleare riassunte in figura:


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