Nel caso di moto unidimensionale la posizione è data semplicemente dalla coordinata lungo la retta, diciamo \( x \); la funzione \( x(t) \) che descrive la posizione \( x \) in funzione del tempo \( t \), prende il nome di equazione oraria.
Un’ulteriore grandezza necessaria per descrivere il moto è la velocità: cominciamo col definire la velocità media: si definisce velocità media nell’intervallo di tempo \( [t_1, t_2] \) il rapporto tra lo spazio percorso tra \( t_1 \) e \( t_2 \) (cioè \( x(t_2) – x(t_1) \) )- e l’intervallo di tempo impiegato a percorrerlo \( (t_2 – t_1) \). In formula:
Se gli intervalli tendono a zero possiamo ora definire la velocità istantanea all’istante di tempo t1 come la velocità media nell’intervallo di tempo \( [t_1, t_2] \) quando \( t_2 \) si avvicina sempre di più a \( t_1 \) (in linguaggio più matematico quando \( t_2 \) tende a \( t_1 \)). Graficamente, il valore della velocità istantanea sarà dato dal coefficiente angolare della tangente al grafico della legge oraria nell’istante t1.
Con una notazione più compatta possiamo ora anche dire che la velocità media è data dal rapporto fra intervalli \( \frac{ \Delta x}{\Delta t} \), mentre quella istantanea dal rapporto degli intervalli infinitesimi \( \frac{dx}{dt} \), identificabile come la derivata di \( x \) rispetto al tempo; viceversa otterremo \( x \) dalla velocità con una operazione di integrazione.
Ad esempio consideriamo un moto con velocità \( v \) costante nel tempo: l’equazione oraria sarà \(x(t) = x0 + v t\)
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