Il
corso di Modelli di progettazione partecipata è proposto come una mappa
introduttiva per la presentazione dei motivi e degli strumenti per realizzare
una progettazione partecipata, auspicando una significativa apertura dei processi
decisionali.Il corso parte da una premessa indispensabile: stiamo vivendo una
profonda trasformazione che sta cambiando a fondo anche il modo di pensare e
studiare. Mentre ci occupiamo di questioni rilevanti, come se avessimo un terzo
occhio, esercitando uno sguardo strabico, dobbiamo spesso riflettere su come
stiamo pensando, quanto sono idonei gli schemi mentali impliciti che stiamo
utilizzando, quali gradi d'incertezza siamo capaci di sopportare. Sono segnalati una varietà di riferimenti a contributi teorici in libri,
schede didattiche, siti web ma anche a molte esperienze, insieme a indicazioni
metodologiche. Il tutto per studenti universitari e per professionisti
interessati ai temi della progettazione partecipata che potranno poi
approfondire secondo diversi interessi. La progettazione partecipata – tesa
alla migliore condivisione con le persone coinvolte e ad un obiettivo
miglioramento del tasso di giustizia sociale – è intesa come un'attività, non
spontanea ma non affidata solo a pochi esperti ma aperta alla partecipazione di
una varietà di attori: insieme ai decisori, gli esperti di varie discipline
fino al coinvolgimento dei beneficiari delle iniziative. Questo non solo per
informarli o convincerli che si sta operando per il loro bene ma per ascoltare
le loro visioni, gli interessi, le analisi dei problemi, possibilmente già
dall'individuazione e formulazione del problema. Tutto questo anche per migliorare l'efficacia delle attività, tanto più per questioni che riguardano il bene collettivo, potendo così prevenire o trattare più correttamente inerzie, resistenze e conflitti.Una progettazione sociale è innovativa quando
riduce le disuguaglianze e aumenta il protagonismo dei beneficiari, senza
danneggiare il patrimonio e l'ambiente. La progettazione partecipata parte
dalla convinzione che – senza sminuire la rilevanza delle competenze degli
esperti – anche i beneficiari dei progetti sono competenti. Gli abitanti, i
beneficiari delle iniziative che si intendono realizzare, hanno competenze
essenziali per analizzare i problemi che vivono, per conoscere i contesti,
costruire o almeno valutare le soluzioni. Fanno emergere vincoli di cui si deve
tener conto. D'altra parte tale coinvolgimento può favorire il superamento dei
conflitti e una migliore maturazione del consenso. Il corso, organizzato come
un ipertesto, presenta contenuti riferiti al contributo di molti autori come a
centinaia di esperienze, nel campo che oggi viene indicato più comunemente come
quello dei beni comuni, includendo anche i servizi alle persone, tematizzano le
premesse che ispirano una progettazione di tipo partecipato per favorire la
realizzazione di pratiche di democrazia sostanziale, non necessariamente sempre
di democrazia diretta ma capace di stimolare, favorire, valorizzare
l'implicazione delle persone, di una varietà di soggetti, anche di coloro che
sono in condizioni più deboli e non hanno ruoli significativi nei processi
decisionali. Quelli che comunemente vengono indicati come abitanti, beneficiari delle politiche. Come è indicato nello schema presentato nella prima lezione il corso è articolato in 18 unità raccolte in sei lezioni. Vi sono poi alcune interviste di esperti testimoni e una raccolta di materiali didattici estratti dai libri indicati.