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2. La nomenclatura inorganica: i composti binari



I composti binari sono formati dalla combinazione di due elementi. Esempi sono l’acqua, il sale da cucina, la calce viva, l’anidride carbonica e così via. 


Secondo la nomenclatura IUPAC, li identifichiamo con una formula, in cui compaiono in sequenza prima l’elemento meno elettronegativo e poi quello più elettronegativo, e con un nome, che contiene un prefisso che indica il numero di atomi di ciascun elemento (se diverso da uno), e il suffisso -uro per l’elemento più elettronegativo: 

NaCl: cloruro di sodio
BeH2: diidruro di berillio
CaI2: diioduro di calcio
K3N: nitruro di tripotassio
SF4: tetrafluoruro di zolfo


Al2S3: trisolfuro di dialluminio


FeCl3: tricloruro di ferro
FeCl2: dicloruro di ferro

Eccezione sono i composti dell’ossigeno, che si chiamano ossidi: 

Al2O3: triossido di dialluminio
CO2: diossido di carbonio


Cl2O7: eptaossido di dicloro



Cu2O: ossido di dirame


CuO: ossido di rame


La nomenclatura tradizionale è molto simile, con l’eccezione che spesso non riporta i prefissi che specificano il numero di atomi di ciascun elemento:

NaCl: cloruro di sodio
BeH2: idruro di berillio
CaI2: ioduro di calcio
K3N: nitruro di potassio
Al2S3: solfuro di alluminio

Nel caso di più numeri di ossidazione, la nomenclatura tradizionale prevede l’aggiunta dei due suffissi -oso e -ico, rispettivamente per il numero di ossidazione più basso e più alto:
FeCl2: cloruro ferroso
FeCl3: cloruro ferrico
Cu2O: ossido rameoso
CuO: ossido rameico




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