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6. Gli acidi nell’ambiente: le piogge acide

Le piogge acide sono piogge (o neve o grandine) che contengono degli acidi, in particolare, H2SO4 e HNO3 che si formano da inquinanti aeriformi: il diossido di zolfo (SO2) di origine antropica (combustione di carbone e petrolio e derivati) per circa il 60% e il diossido di azoto (NO2), di origine antropica (motori a scoppio e centrali termoelettriche) per una percentuale variabile fino al 50%. L’ossigeno dell’atmosfera li ossida e poi, per reazione con l’acqua presente nell’atmosfera (umidità), si formano gli acidi.

La formazione di tali inquinanti causata dalle attività umane si concentra nelle zone urbane più industrializzate ma essendo aeriformi, trasportati dal vento, possono percorrere centinaia di chilometri prima di venire convertiti in piogge acide.

Le piogge sono acide se il loro pH < 5,6 (valore relativo alla scala 0-14 vista prima, vedere unit 5.2) e non sono dannose per l’uomo direttamente: bagnarsi o utilizzare queste acque per uso domestico (per esempio per lavarsi) non causa effetti nocivi per il nostro corpo.

Hanno, invece, effetti estremamente negativi per l’ambiente, specialmente per le acque (abbassamento del pH delle acque, molti laghi stanno diventando deserti biologici in USA, Canada e nord Europa) e le foreste (impoverimento del suolo, interferisce con la nutrizione delle piante).

Un effetto immediatamente evidente a tutti è quello che hanno sui nostri monumenti ed edifici di marmo che vengono danneggiati (sciolti, corrosi dall’acqua acida mentre non sono intaccati dall’acqua pura!).

Si possono ridurre le emissioni degli inquinanti aeriformi di origine antropica ma ancora non si fa abbastanza: per ridurre l’emissione di SO2 è necessario eliminare lo zolfo dal carbone e dal petrolio prima di usarli come combustibili (possibile, almeno in parte, ma non semplicissimo) mentre per abbattere le emissioni di NO2 si usano le cosiddette marmitte catalitiche.

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