Le trasformazioni chimiche dipendono dal numero di particelle (atomi, molecole, ioni) che costituiscono le sostanze, piuttosto che dalla massa di queste ultime. Risulta quindi molto utile definire un’unità di misura della quantità di materia che non si riferisce alla massa del campione, bensì al numero di particelle in esso contenute. Tale unità è la mole (abbreviata con mol): essa è la quantità di sostanza che contiene un numero di particelle (atomi, molecole, ioni o altro) pari a 6.0221415·1023. Questo numero si chiama costante di Avogadro (o numero di Avogadro, NA). Fino a qualche anno fa, la mole era definita come la quantità di sostanza che contiene tante particelle quanti sono gli atomi presenti in 12.0000 g di carbonio-12; tale numero corrisponde alla costante di Avogadro. Questa definizione è ragionevole poiché una massa di 12 g di carbonio-12 è una quantità di sostanza che può stare nel palmo d'una mano
e quindi è vicina alla nostra percezione e in secondo luogo, notiamo che la massa di una mole di atomi di 12C è numericamente uguale alla massa atomica relativa del carbonio-12. Il valore del peso atomico (o molecolare) di qualsiasi sostanza, espresso in u, è uguale a quello della sua massa molare, espresso in g.mol–1.