Tutte le piante comparse più di recente dal punto di vista evolutivo delle briofite vengono collettivamente chiamate tracheofite. Il nome è legato alla comparsa di un sistema di trasporto dell’acqua più efficiente soprattutto grazie alla capacità di usare una molecola detta lignina per impermeabilizzare e irrigidire le pareti delle cellule. Non solo l’uso della lignina consente di costruire strutture impermeabili in grado di trasportare acqua (dette tracheidi e trachee, da cui il nome di tracheofite) ma, essendo tale molecola molto rigida, consente alle piante in grado di usarla di crescere in altezza. Ciò offre a queste piante (a partire dalle antenate delle attuali licofite) un vantaggio competitivo non indifferente perché, stando più in alto, riescono a intercettare prima la luce. Sono le piante che iniziano a differenziare strutture come radici, fusti e foglie. Sono tipologie di piante che nel loro ciclo vitale sono sempre meno dipendenti dall’acqua, ma che non possono fare a meno di questa molecola per chiudere il loro ciclo vitale, ovvero per riprodursi. Le descriviamo collettivamente come pteridofite e sono quelle piante vascolari (tracheofite), che, al pari delle briofite, si riproducono per mezzo di spore. Comprendono i gruppi delle già citate licofite, degli equiseti e delle felci. Con la comparsa dei semi e con ulteriori adattamenti legati al trasporto dell’acqua, adattamenti tipici di quelle piante che chiamiamo spermatofite, la dipendenza dall’acqua si riduce ulteriormente perché non è più condizione necessaria per la riproduzione, consentendo a queste piante di dominare quasi tutti gli ambienti terrestri. Ovviamente la vita delle piante senza acqua non è possibile, e, a parità di altri fattori ambientali, maggiore è la quantità di acqua maggiore sarà la produttività di biomassa vegetale. Tuttavia queste piante possono adattarsi a condizioni in cui questa è poca, addirittura assente per periodi prolungati. Queste piante, che hanno appunto nel nome la caratteristica di fare i semi (dal greco “sperma”), sono divise in due gruppi: le gimnosperme, a cui appartengono per esempio le conifere, e le angiosperme, cioè le piante a fiore che ci circondano. Fra le spermatofite si trovano le piante più grandi e si riscontra la maggior biodiversità.
Il maggior numero di specie si trova proprio nelle piante in grado di fare una struttura particolare per la loro riproduzione, il fiore. Grazie a questa “invenzione” evolutiva, le angiosperme hanno avuto un grande successo ecologico. Inoltre, la continua corsa coevolutiva con gli impollinatori ha portato a una maggiore tendenza alla speciazione, per cui oggi le angiosperme sono il gruppo di piante attualmente viventi con il maggior numero di specie.