La possibilità di ingegnerizzare cellule, organismi microbici, vegetali e animali non costituisce un requisito per definire un prodotto biotecnologico. Sono considerati prodotti biotecnologici anche quelli derivati da organismi che, legalmente, non vengono considerati “geneticamente modificati”. Dagli anni ’80 in poi si sono sviluppate diverse tecniche di modificazione genetica, tutte accomunate dall’utilizzo di nucleasi. Tra le più importanti mutagenesi sito specifiche, che quindi permettono una modifica puntuale di una qualsiasi regione del DNA che si tratti di una regione codificante o di una regolatoria, ci sono le Zinc finger nuclease (ZFN), le Transcription Activator-like Effector Nuclease (TALEN) e soprattutto, negli ultimi dieci anni, CRISPR/Cas. (Figura11) CRISPR/Cas si è diffuso molto più velocemente di qualsiasi altra tecnica di genome editing grazie alla semplicità di utilizzo, all’alta specificità della modifica stessa e ai bassi costi di produzione.
Lo sviluppo di una legislazione condivisa tra più Stati che definisca in modo chiaro quale può essere l’utilizzo pratico di queste tecnologie è una delle sfide per l’ulteriore sviluppo del settore.