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3. Biotecnologie verdi: trasferimento genetico orizzontale /1

La capacità di modificare attivamente e in modo specifico il DNA delle piante ha portato una profonda innovazione in questo settore. Il codice genetico è lo stesso in tutti gli organismi viventi data l’origine comune, per questo è possibile trasferire i geni di un organismo in un individuo di un’altra specie. Grazie alle tecniche di DNA ricombinante è possibile selezionare dei geni di interesse e farli arrivare nel nucleo della pianta dove possono integrarsi. L’inserimento di geni appartenenti ad un’altra specie viene solitamente definito trasferimento trans-genico; mentre l’inserimento di geni proveniente da altri individui della stessa specie viene definito cis-genico. Si tratta comunque di informazione genetica che non viene trasferita mediante incrocio basato sulla riproduzione sessuale. Si parla quindi di trasferimento genico “orizzontale”, un meccanismo abbastanza comune in natura tra organismi microbici, ma raro tra gruppi diversi, come ad esempio tra microbi e piante.

In laboratorio, il processo di trasporto dei geni può avvenire in vari modi, persino all’interno di piccoli proiettili d’oro sparati nella cellula; nel caso delle piante, un batterio si è dimostrato un ottimo vettore e quindi un alleato dei biotecnologi: si tratta di Agrobacterium tumefaciens, un patogeno che normalmente causa dei tumori nelle piante. 


Questo batterio in natura inserisce il proprio materiale genetico nel nucleo delle cellule vegetali per sfruttare la produzione di alcune molecole nutritive. In laboratorio, l’utilizzo dei macchinari molecolari naturali di A. tumefaciens permette di inserire con relativa semplicità ed economicità uno o più geni di interesse nelle cellule vegetali. 


Da queste, con opportune tecniche di colture cellulari, è possibile ottenere delle piante geneticamente modificate.


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