Oltre alle tecniche OGM si sono sviluppate negli anni anche le cosiddette TEA, ovvero “tecnologie di evoluzione assistita”. Si tratta di tecniche che non si basano sullo spostamento di un transgene da un organismo alla pianta di interesse. Piuttosto, si basano sull'applicazione di pratiche di genome editing come il sistema CRISPR che permette di modificare con più precisione aree specifiche del DNA cambiando alcune basi dei geni selezionati, silenziandoli o rimuovendoli. Applicazioni di questo tipo, che vengono svolte in laboratorio, lasciano tracce minime dell’intervento umano sul genoma della pianta di cui si è scelto di modificare l’informazione genetica, del tutto simili a quelle lasciate dagli approcci di miglioramento genico tradizionale. Fanno parte delle TEA anche le pratiche di cis-genesi, cioè l’inserimento con tecnologie di DNA ricombinante di informazione genica presente nel gruppo tassonomico a cui appartiene la specie coltivata (ad esempio il pomodoro coltivato e i suoi antenati selvatici con cui il pomodoro coltivato può ancora scambiare informazione genetica mediante incrocio tradizionale). Si tratta di tecniche che, a livello legislativo, attualmente sono considerate diversamente dagli OGM e sulle quali c’è un fervente dibattito per regolarne l’utilizzo applicativo.