In generale, l’efficienza di consumo è bassa negli ambienti forestali dove soltanto il 5% circa di quanto prodotto dagli autotrofi viene consumato dagli erbivori, moderata in ambienti di pascolo dove viene consumato circa il 25% di quanto prodotto e più alta in ambienti acquatici dominati da fitoplancton dove gli erbivori consumano circa il 50% della biomassa autotrofa. Per i carnivori l’efficienza di consumo è molto variabile. La biomassa non consumata entra nella catena del detrito.
L’efficienza di assimilazione tende ad essere bassa per erbivori, detritivori e microbivori (20-30%, soprattutto a causa dell’elevato contenuto in lignina, cellulosa della sostanza organica vegetale) e alta per i carnivori (80%). I rendimenti degli erbivori possono però essere alti se consideriamo di granivori e frugivori (che si nutrono rispettivamente di semi e frutta, 60-70%). La parte non assimilata entra nella catena del detrito sotto forma di feci.
L’efficienza di produzione in generale è alta per gli invertebrati (30-40%), bassa per i vertebrati ectotermi (5%) e bassissima per i vertebrati endotermi (1-2%) a causa del dispendio energetico per della termoregolazione. L’efficienza di produzione dipende essenzialmente dai costi metabolici.