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5. Reti trofiche e controlli bottom up e top down

Le relazioni trofiche tra gli individui in un ecosistema sono complesse. Le catene rappresentate da diagrammi che connettono i produttori primari ed i successivi livelli di consumatori sono una semplificazione. In realtà più catene si integrano e si sovrappongono a formare reti, in cui la complessità dipende dal numero di specie e dal numero di collegamenti tra le diverse specie.

Flussi di energia e trasferimenti di materia negli ecosistemi sono poi complicati dalla presenza di alcuni individui che si alimentano su più livelli trofici: gli onnivori consumano prede di tipo diverso e sono insieme erbivori e carnivori.

L’uomo è un tipico esempio di organismo onnivoro.

Generalmente nelle reti trofiche troviamo specie basali (cerchi verdi), che non predano, ma vengono predate, specie intermedie (cerchi grigi) (che sono allo stesso tempo prede e predatori) e predatori apicali (cerchi gialli) che predano senza essere predati.

Reti trofiche e controlli bottom up e top down

Tutte le reti trofiche sono controllate sia dal basso (controlli “bottom-up”) sia dall’alto (controlli “top-down”), ma l’importanza relativa delle due modalità dipende dal tipo di catena trofica. Il controllo bottom-up si ha quando sono le condizioni ambientali e soprattutto la quantità di nutrienti a condizionare la rete trofica. Il controllo avviene a partire dagli organismi autotrofi. Quando la base della piramide è in grado di sostenere i livelli successivi, il controllo sull’abbondanza delle prede è a carico dei predatori. In questo caso gli effetti del predatore non interessano solo il livello trofico immediatamente sottostante, ma si estendono a tutti i livelli trofici più bassi, dando origine alle “cascate trofiche”.

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