Dadel 30 agosto 1985.
Diciamola tutta la verità, nient’altro che la verità: il “34” a Napoli non piace, non è mai piaciuto, forse - dopo cinque secoli di lotto - non ha più nessuna possibilità di piacere. Se la città del Vesuvio rovescia da settimane fior di miliardi (di lire) su un numero che già nella “smorfia” ha un significato ostinatamente ostile - “Capatosta”, testa dura - lo si deve al lungo “sonno” di 146 settimane che mette sul chi vive ogni “lottista” che si rispetti dalla Sicilia al Piemonte. E d’altronde il quesito - uscirà finalmente il 34 sulla ruota di Napoli? - appassiona Bologna come Genova, Torino come Milano.
E fu solo il 28 dicembre 1985, quando finalmente venne estratto dall’urna sulla ruota di Napoli, dopo l’astronomica cifra di ben 163 estrazioni di ritardo, tuttora ritardo storico, che il 34 interruppe la sua latitanza.
Su Capatosta vennero giocati molti miliardi di Lire al botteghino, e molti miliardi in più nelle attività di lotto clandestino.
Per esorcizzare il fato avverso, al tempo, vennero organizzati rosari in chiesa ed altri riti propiziatori e non mancarono “esoneri” di bimbi bendati “colpevoli“ di non aver tirato fuori dall’urna il 34 latitante.